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Conoscere Dio al giorno d'oggi, sviluppo e significato della vita.
Metodologia dello Sviluppo Spirituale.

 
Lavoro con le piante
 

Vladimir Antonov

Lavoro con le piante

Tradotto da Ruggero Lopez
© V. Antonov, 2000.

 


 

Vi parlo continuamente dell’amore. Non è possibile andare verso Dio senza imparare ad amare la Sua creazione. L’amore è altruismo, è mettere se stessi da parte. L’amore vero non può essere egocentrico. “l’amore” di se stesso è una distorsione dell’amore. Sul cammino spirituale non c’è posto per formule tipo: “Ti amo perché in tal modo avrai a cuore solo me ed amerai me soltanto!”.

Possiamo imparare il vero amore altruistico nella sfera dei rapporti sessuali, nell’allevare un bambino, mettendoci al servizio degli altri sul posto di lavoro (trattando il nostro lavoro come un servizio piuttosto che come un mezzo per far soldi o per riceverne altri vantaggi) e perfino (quando siamo) in coda per qualcosa di cui è rimasto pochissimo e vediamo che un altro ne ha bisogno più di noi...

L’amore come pietà, tenerezza, pazienza, esser pronti al sacrificio di sé, e così via è la base dell’etica. La componente etica è il fondamento, è il perno della persona spirituale in crescita. Non soltanto le Guide Spirituali possono aiutarci nell’imparare ad amare, non soltanto le persone, ma anche le semplici piante se (solo) volessimo studiarle. Le piante sono vive, esseri viventi, capaci anche di (avere) reazioni emotive. Le piante sono, come noi, (dotate di) corpi fisici e possiedono al loro interno un nucleo di vita.

Questo è il modo di trattare le piante se desideriamo imparare l’amore. Le piante sono esseri viventi. E possiamo imparare ad amare qualsiasi essere (vivente) dischiudendo la capacità d’amare in noi stessi. Si obietterà che ciascuno di noi ha (già) imparato ad amare (nella maniera) più ampia, e che il nostro amore è già più che perfetto. Ma ci sono altre possibilità di lavoro esoterico con le piante. Per esempio, ogni pianta, come essere incarnato, ha una copertura bio-energetica intorno al relativo “corpo-bozzolo”. Ci si può addestrare nella percezione dei confini “del bozzolo” con le proprie mani, si può sviluppare una chiaroveggenza che si sforzi di imparare a vederli. E la capacità di vedere “il bozzolo” dal proprio “bozzolo” diviene più facile con la coscienza diffusa all’interno di esso.

Ma esistono possibilità ancora più interessanti. In questo modo si può, addestrando la propria coscienza, trasformarsi in un albero. Per realizzare ciò, per esempio, bisogna avvicinarsi al tronco dell’albero con la propria parte posteriore, adattarsi ad esso nell’amore emozionale, e la coscienza “si riverserà” nel tronco tramite la (nostra) parte posteriore.

Allora potremo facilmente, ad esempio, identificarci in un pino, o potremmo guardare il mondo intorno a noi dal suo corpo, come se guardassimo attraverso i suoi occhi. In questo processo il nostro “Io” sparisce.

È di grande importanza imparare a sparire. Esiste una via opposta, caratteristica di alcune scuole magiche occulte e nere, nelle quali è consolidato il proprio “Io”: “Sono un padrone qui! Comanderò! Tutti devono riverirmi!” Al contrario, il (vero) atteggiamento religioso tende a coltivare l’umiltà — l’umile sensazione di se stessi. Questo non è un obiettivo dogmatico in sé e per sé! C’è un significato realmente fondamentale in questo. Ciascuno di noi potrà fondersi in Dio solo quando porterà il suo sviluppo personale all’estrema vittoria, quando imparerà ad essere niente, a scomparire.

Uno non può “diminuire” in Dio. In Dio è possibile soltanto “sparire”. Ecco perché nel buddhi-yoga la fase di Nirvana in Ishvara è preceduta dalla fase di Nirodhi dove una persona impara a trasferire il proprio “Io” nella condizione “di non-Io”;

per poter diventare Dio l’Io deve morire.

Si dovrà tenere presente tutto ciò sin dall’inizio del proprio percorso, usando un’assoluta prudenza (quando vedremo) apparire in noi stessi l’arroganza, l’orgoglio, l’egocentrismo; altrimenti sarà molto difficile farvi fronte.

Con l’aiuto delle piante possiamo raffinarci armonizzandoci con loro.

Le piante differiscono tra loro come valore (nella scala) della “finezza-grossolanità”.

Infatti, dall’energica quercia, il più robusto tipo d’albero della zona Nord-Europea della Russia, come dai pini, abeti, betulle e pioppi, avremmo molto da imparare.

Una persona “impantanata” negli stadi energetici grossolani, non in grado di rimuoverli, non può essere definita Yogi. Gli alberi prima descritti, però, conservano pace e finezza. L’attività bio-energetica di un albero dipende dalla stagione. Così, le betulle ci distribuiscono la loro sottigliezza più intensamente in primavera, nel periodo dei movimenti linfatici. Il lavoro migliore con i pini è d’estate, quando fa caldo, e con gli abeti durante l’inverno.

Esistono inoltre differenze bio-energetiche fra le piante all’interno di una (stessa) specie. Così, le piante che crescono in luoghi sfavorevoli, per esempio, nei vasi stretti o su terreno inadeguato ecc., sono bio-energeticamente deboli, mentre gli alberi sani che crescono liberamente, sono solitamente pieni di energia. Da quanto detto si può scoprire che alcuni alberi rari si evidenziano per la loro particolare energia. Si tratta delle cosiddette “piante energetiche” che non sono necessariamente alberi. A volte piccole piante, inoltre, possiedono queste qualità come, per esempio, l’esemplare solitario della felce dreopteris. In conclusione di questo colloquio spiegheremo i rapporti con le piante. Alcuni esperti in bio-energetica in questo paese fantasticano riguardo al fatto che alcuni alberi emettono energia mentre altri la catturano, per questo uno potrebbe “caricarsi” dai primi ed essere spaventato dai secondi come “vampiri” e così via. Queste fantasie prendono origine, tra l’altro, dalla penuria di informazioni e convinzioni nate dall’asta ed il pendolo da rabdomante, invece di prendere parte ai rapporti armonici d’amore emozionale con le piante, fondendo la nostra coscienza con esse.

In realtà non ci sono piante che “succhiano” energia alla gente. Come pure non abbiamo il diritto etico di trattare la forza vitale di altri esseri viventi come consumatori. Diamo risalto a questo! Questo è il punto principale dell’etica sul significato spirituale. Non c’è posto per i consumatori nello Yoga! C’è posto per l’amore che si dona, l’amore-armonia.

Chi avanza sul piano spirituale stabilisce un rapporto d’amore con le piante. Avviciniamoci ad un albero con amore, adattiamoci ad esso nell’armonia delle emozioni sottili, diamogli il nostro Tenero Amore ed allora risponderà con altrettanto Amore. Soltanto allora, quando i due si uniscono, e ciascuno di essi dirige il vettore del proprio amore non verso sé ma verso il suo partner, — allora soltanto la vera armonia è realizzata fra una persona e una pianta, fra due persone, fra una persona e Dio.

 
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